Dopo una grande primavera è giunto il momento delle due corse a tappe più importanti di tutto il calendario: Giro d’Italia e Tour de France. Entrambe le competizioni si sono svolte a luglio e, così, l’hanno reso un mese molto duro e intenso, ma con tante soddisfazioni e nuove esperienze!

Il Giro d’Italia si è svolto dal 30 giugno al 10 di luglio, per un totale di dieci tappe con un giorno di riposo e dopo sole due settimane è iniziato a Parigi il Tour de France che è durato otto giorni.

Io non avevo mai partecipato ad una corsa a tappe così lunga come il Giro d’Italia e tanto meno avevo mai corso per diciotto giorni in un mese, sono state nuove esperienze che ho vissuto con grande determinazione e che mi saranno molto utili per il futuro!

Ho pensato di raccontare questa avventura rispondendo ad alcune delle vostre domande sperando di riuscire a soddisfare le vostre curiosità!

“È stato più facile affrontare il Giro o il Tour?”

Dopo le classiche di primavera ho trascorso un periodo di riposo e poi ho ricominciato la preparazione inserendo anche alcune competizioni, come la Ride London, per cercare di arrivare al Giro d’Italia al massimo della forma; devo dire che gli allenamenti sono andati molto bene e anche il periodo in quota ha dato i suoi frutti e sono arrivata al Giro con un’ottima condizione e molto fresca. Le mie sensazioni erano positive e anche nelle tappe più dure sono riuscita a cavarmela discretamente.

Invece il Tour de France è iniziato solo quattordici giorni dopo e la stanchezza nelle gambe si è fatta sentire, anche la pressione era maggiore e sicuramente un forte dolore al dente del giudizio la settimana prima dell’inizio della gara non ha reso le cose più semplici. Al Tour ho sofferto di più ma ho dato il 110% ad ogni tappa.

Quindi direi che è stato più semplice da affrontare il Giro d’Italia sebbene fosse più lungo.

“Qual è la differenza più grande tra Giro e Tour?”

Credo che la differenza più grande sia l’attenzione mediatica e il numero di persone coinvolte. Già qualche settimana prima dell’inizio del Tour de France tutti: media, TV, giornali, siti web… parlavano di questa gara, personalmente devo dire che ho sentito anche più pressioni provenire dall’esterno proprio perché tutti aspettavano con grande ansia il grande ritorno del Tour al femminile. Anche la diretta televisiva era lunga e questo per noi è stato il raggiungimento di un grande traguardo perché tantissimi tifosi hanno potuto godersi lo spettacolo dalle loro case e le audience sono state molto molto alte. Anche il numero degli spettatori sulle strade era impressionante! E credo che questo sia stato l’aspetto più bello ed emozionante del Tour de France: il pubblico. Ovviamente tutto questo ha anche dei risvolti negativi come il nervosismo in gruppo: sapendo che tanta gente sta guardando la gara tutte le ragazze vogliono mettersi in mostra e farsi vedere di conseguenza tutte vogliono stare davanti e andare in fuga. Questa è la causa principale delle numerose cadute che ci sono state ma, d’altra parte, i continui scatti e le velocità altissime hanno garantito uno spettacolo meraviglioso per gli spettatori.

Al Giro d’Italia il clima era più rilassato e in gruppo si percepiva meno stress, il Giro è un appuntamento fisso nel nostro calendario da ormai parecchi anni ed è quindi una gara a cui noi ragazze siamo più abituate e che ci è più familiare. Inoltre è possibile un approccio molto più vicino e diretto con il pubblico che riesce ad avvicinarsi alla partenza e all’arrivo delle tappe senza grandi difficoltà.

“Qual è stata la tua tappa preferita al Giro e al Tour? E la peggiore?”

La mia tappa preferita al Giro è stata la seconda: tappa e maglia. Non avrei potuto chiedere di più, indossare la maglia rosa è stata un’esperienza fantastica! 

Mentre la peggiore è stata l’ottava, non tanto per il percorso, sebbene ci fossero molti metri di dislivello e tanta salita, ma piuttosto perché sono caduta in una discesa e anche se non mi sono fatta nulla di grave, a parte qualche escoriazione, cadere non è mai bello…

La mia tappa preferita al Tour è stata l’ultima: l’arrivo in cima alla Super Planche des Belles Filles è stato qualcosa di indescrivibile, c’era così tanto pubblico che sono salita senza sentire la fatica, spinta degli incitamenti dei tifosi. Ho avuto la pelle d’oca durante l’ultimo chilometro perché TUTTI tifano la campionessa del mondo e in quel momento mi sono resa conto di quanto sono fortunata ad indossare la maglia iridata!

La tappa peggiore, invece, è stata la prima a Parigi perché non è arrivato il risultato sperato, anche se il percorso era magnifico e il pubblico numeroso.

“Hai tirato le somme dell’esperienza? Sei felice di come sono andati?”

Direi che sono molto soddisfatta. Sono rientrata dal Giro con due vittorie di tappa, due terzi posti e due giorni in maglia rosa! Non avrei potuto chiedere di meglio.

Sono soddisfatta anche del mio Tour de France perché, sebbene non fossi nella mia migliore condizione a causa della stanchezza accumulata nelle gambe, ho sempre gareggiato con grande determinazione aiutando la mia squadra senza mai mollare e cercando di sfruttare qualche occasione per portare a casa un buon risultato, sono arrivati un buon secondo e quarto posto.

Sono sicura che l’esperienza fatta quest’anno mi sarà utile in futuro per gestire al meglio sia la preparazione sia la condotta di gara.

“C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela? Come l’hai superato? Quanto hai temuto di andare fuori tempo massimo?”

Nelle corse a tappe c’è sempre qualche giornata difficile, è quasi impossibile sentirsi bene tutte le tappe. Per questo credo che l’aspetto mentale sia fondamentale, non bisogna lasciarsi scoraggiare e bisogna ricordarsi che tutte la ragazze stanno facendo fatica e hanno mal di gambe. Inoltre è anche fondamentale non rimanere mai da sola, soprattutto nelle tappe di montagna bisogna cercare di staccarsi quando si crea il famoso “gruppetto” perché in venti o trenta atlete è più facile andare a velocità più alte e così non si rischia di arrivare fuori tempo massimo. Sia al Giro che al Tour sono sempre riuscita a cavarmela in salita rimanendo con altre ragazze e ad arrivare all’arrivo stanca ma senza rischiare di uscire fuori tempo massimo.

“Come vedi i grandi giri femminili con qualche tappa in più?”

Secondo me sia il Giro che il Tour in futuro potrebbero diventare di due settimane, comprendendo i giorni di riposo. Però dovrebbero distanziare maggiormente le due gare, due settimane tra una e l’altra non sono sufficienti.

“Hai avuto tempo die leggere un libro? Quale?”

Sia durante il Giro che il Tour ho letto molto, soprattutto durante i trasferimenti e in hotel dopo la gara, leggere mi rilassa molto e mi aiuta ad allontanare la pressione. Ho iniziato e finito un libro di quasi mille pagine: “Fu sera e fu mattina” di Ken Follet.

“Sei andata vicino alla vittoria di tappa al Tour. Cosa credi che ti sia mancato per vincere? In una stagione ricca di successi ne scambieresti uno per una vittoria di tappa al Tour de France?”

Credo di essere arrivata un pochino stanca al Tour de France e forse per questo non sono riuscita ad ottenere una vittoria, nonostante mi fossi impegnata molto e la mia squadra mi abbia supportato benissimo. Non sempre vincere è semplice ma questo è lo sport!

Non cambierei nessuna vittoria di quest’anno con una tappa al Tour perché la mie vittorie sono state tutte speciali e importanti, ognuna ha una storia dietro e per me saranno tutte indimenticabili.

“Qual è la tua bici preferita e come la scegli?  Hai provato la nuova MADONE?”

Alla Trek-Segafredo abbiamo a disposizione due biciclette differenti: EMONDA e MADONE. La prima è più leggera a adatta ai percorsi più impegnativi con salite, mentre la seconda è più rigida e perfetta per le gare più veloci con meno metri di dislivello. Al Tour de France abbiamo provato la nuova MADONE, ancora più leggera e performante. La scelta della bicicletta da usare avviene in base alla tipologia di gara che dobbiamo affrontare.

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