Giovedì mattina, dopo aver finito la settimana di allenamenti in pista in previsione dei campionati europei, abbiamo preso l’aereo per Madrid cariche di speranza e con una grande voglia di concludere la stagione su strada nel migliore dei modi.

Era qualche giorno che il mio allenatore e direttore sportivo Davide Arzeni mi ripeteva: “Ce la possiamo fare, i percorsi sono adatti a noi e siamo una delle squadre più forti per queste tipologie di gare”.
La Ceratizit Challenge by La Vuelta prevedeva tre tappe: la prima di mezza montagna, poi una cronometro individuale di 10 chilometri ed infine una tappa piatta.

Già il primo giorno è andato molto bene, la tappa è stata velocissima e con molto vento, nessuna squadra è riuscita a fare veramente la differenza né sulle salite, che non erano troppo dure, né aprendo i ventagli. Così siamo arrivate all’ultimo chilometro con il gruppo praticamente compatto, gli ultimi settecento mentre erano su di uno strappo quindi la volata è stata molto particolare, anche perché prima di imboccare la salita il percorso ero molto tecnico. Le mie compagne di squadra mi hanno guidato perfettamente e sono riuscita a prendere la ruota della tedesca Brennauer che ha affrontato le poche centinaia di metri in salita con un passo molto sostenuto, ero nella posizione perfetta però purtroppo la Wibes è stata più veloce di me. Direi che iniziare questa mini corsa a tappe con un secondo posto è stato incoraggiante anche se sono dispiaciuta perché credo di aver affrontato lo sprint con il rapporto sbagliato, troppo agile, e questo mi ha sicuramente penalizzato.

La cronometro individuale del secondo giorno era sicuramente il mio punto debole, sono consapevole di dover lavorare di più con questa bicicletta molto particolare per trovar maggior affinità con il mezzo e per abituare il mio fisico a questa tipologia di sforzo. Nonostante ciò ho comunque dato il massimo, purtroppo anche il meteo non è stato fortunato per me perché ho svolto la mia prova interamente sotto la pioggia e con l’asfalto bagnato. Il minuto di svantaggio che ho preso nei confronti della vincitrice mi ha messo fuori dai giochi per la classifica generale però, consapevole di ciò, mi sono potuta concentrare più serenamente sull’ultima tappa.


Infatti ieri erano previsti diciassette giri di un percorso tecnicamente molto semplice, con soltanto due inversioni ad U, ma insidioso perché da un lato, quello dell’arrivo, saliva leggermente mentre dall’altro scendeva. Ogni due giri erano previsti dei traguardi volanti con abbuoni in secondi per la classifica generale, io e la mia squadra ci siamo completamente disinteressati a questi sprint e ci siamo concentrati unicamente su quello finale.
Ancora una volta abbiamo dimostrato di essere una delle squadre più abili e forti nell’organizzazione del treno, le mie compagne mi hanno lasciato ai 170 metri dall’arrivo e proprio in quel momento con la coda dell’occhio ho visto la Wibes partire sulla destra, ho preso la sua ruota e negli ultimi metri sono riuscita a passarla! Era una volata che saliva leggermente, bisognava avere il coraggio di aspettare ed uscire solo all’ultimo, sono così contenta di averla interpretata nel migliore dei modi!
Alzare le braccia al cielo è sempre un’emozione incredibile, ancora più grande se si può condividere con compagne e staff straordinari come quelli della Valcar Travel&Service!

Quando qualcuno dice che il ciclismo non è uno sport di squadra dovrebbe guardare le immagini della nostra gara sia prima che dopo l’arrivo!
Concludere la stagione così è stato meraviglioso!

Ora mancano solo più gli europei su pista prima del meritato riposo.
Foto di Twila Federica Muzzi.
Bravissima Elisa dai una bella gioia in questo difficile momento e adesso in pista ……. ciaoooo 😊